Mauro Tosti Croce – Soprintendente archivistico e bibliografico del Lazio

Quando Andrea Castello, direttore artistico del Festival “Vicenza in lirica”, mi ha parlato all’inizio del 2017 dell’archivio del Maestro Tullio Serafin, mi è apparso subito necessario mettere in campo ogni possibile azione per salvaguardare e trasmettere alla posterità una memoria storica di così grande rilevanza.
È appena il caso di ricordare che Tullio Serafin è stato uno dei più eminenti direttori d’orchestra del Novecento, diretto erede di Arturo Toscanini e profondo conoscitore di un vastissimo repertorio operistico comprendente oltre 240 partiture, da Rossini ai compositori del XX secolo.
Fondamentale è stato il suo lavoro con i più grandi cantanti del suo tempo, a cui ha fornito i mezzi indispensabili per poter affrontare con pertinenza stilistica e interpretativa gli autori più diversi, diventando un punto di riferimento insostituibile, come dimostra il caso di Maria Callas che ha appreso proprio da Serafin i segreti per padroneggiare il grande repertorio belcantista italiano.
La sua straordinaria curiosità intellettuale lo ha anche portato a esplorare le nuove tendenze del Novecento e a dirigere sui palcoscenici italiani opere fondamentali, come il Wozzek di Alban Berg, messo in scena con grande coraggio culturale al Teatro dell’Opera di Roma, con Tito Gobbi protagonista, nel 1942, in un periodo storico cioè in cui l’autore era considerato uno dei massimi esponenti di quell’entartete Musik, messa al bando dalla Germania nazista e dai suoi alleati.
Va perciò salutata con grande soddisfazione la nascita dell’Associazione Archivio storico Tullio Serafin che, promossa da Andrea Castello e dai pronipoti del Maestro, ha come suo scopo precipuo quello di tutelare e valorizzazione un prezioso patrimonio documentario, comprendente archivio, biblioteca, fototeca, nel quale si è sedimentata e stratificata la memoria di questo grande artista.
Compito dell’Associazione è quello non solo di mettere in sicurezza questo lascito straordinario, ma anche di fornire gli strumenti necessari a una sua fruizione pubblica. Occorre dunque in primo luogo procedere al riordinamento e all’inventariazione di un materiale estremamente composito, costituito da spartiti, partiture, scritti, onorificenze, fotografie, rassegna stampa, che costituiscono altrettanti tasselli per ricomporre il percorso di una lunga e gloriosa carriera svoltasi nei principali teatri nazionali e internazionali.
Al tempo stesso l’archivio di Tullio Serafin si inserisce a pieno titolo in quel progetto di recupero e valorizzazione delle fonti musicali che l’Amministrazione archivistica sta portando avanti da tempo, con l’obiettivo di fornire a studiosi e appassionati un quadro il più esaustivo possibile dei fondi archivistici attinenti la musica, disponibili presso istituzioni pubbliche e private.
L’auspicio è dunque che anche il fondo Serafin possa venire a far parte del Portale degli archivi della musica, inteso come aggregatore di risorse descrittive e digitali, rese accessibili a tutti sul web grazie alle moderne tecnologie che consentono la riproduzione di materiali estremamente eterogenei, in grado di catturare l’interesse anche di quanti non hanno mai avuto dimestichezza con la ricerca documentaria.
In questo modo emerge la vera natura e sostanza degli archivi che, lungi dall’essere identificati come luoghi polverosi, ingombri di una massa caotica di carte, in cui è difficile districarsi, si rivelano di fatto i pilastri fondanti della nostra stessa identità nazionale e i ponti che conducono al nostro modo odierno.

Mauro Tosti Croce
Soprintendente archivistico e bibliografico del Lazio