SABATO 29 SETTEMBRE IL TEATRO ALLA SCALA DEDICA “ERNANI” DI VERDI
Istituito dall’Archivio storico che porta il suo nome, il calendario di eventi coinvolge i più importanti palcoscenici che videro attivo il grande direttore d’orchestra veneto
Tullio Serafin a 50 anni dalla morte:
sabato 29 settembre il Teatro alla Scala
gli dedica la prima di “Ernani” di Verdi
Con la dedica della prima di “Ernani” di Giuseppe Verdi, sabato 29 settembre alle 20, il Teatro alla Scala di Milano partecipa alle Celebrazioni per il 50° della scomparsa di Tullio Serafin, il grande direttore d’orchestra veneto, nato a Rottanova di Cavarzere nel 1878 e morto a Roma nel 1968. Promosse dall’associazione Archivio storico Tullio Serafin, che ha sede a Vicenza, le Celebrazioni ufficiali per il 2018 sono state insignite della Medaglia del Presidente della Repubblica e stanno interessando i più importanti teatri d’opera in Italia e nel mondo: grandi palcoscenici internazionali nei quali il maestro, noto anche come scopritore del talento di Maria Callas, lasciò un segno profondo e innovativo.
In cartellone fino al 25 ottobre, “Ernani” è diretta da Ádám Fischer, con la regia di Sven-Eric Bechtolf. Per la prima saranno di scena Francesco Meli (Ernani), Luca Salsi (Don Carlo), Ildar Abdrazakov (Don Ruy), Ailyn Pérez (Elvira), Daria Chernyi (Giovanna), Matteo Desole (Don Riccardo) e Alessandro Spina (Jago). Scene di Julian Crouch, costumi di Kevin Pollard, luci di Marco Filibeck, video design di Filippo Marta e coreografie di Lara Montanaro.
Il rapporto fra il maestro Serafin e il Teatro alla Scala fu assolutamente speciale. Inizialmente, in giovanissima età, fu scritturato da Toscanini per due concerti sinfonici, poi entrò stabilmente come prima viola sostituta nella stagione 1898-1899. Terminata la sua terza stagione, a soli ventitrè anni, diventò sostituto di Toscanini, fino all’aprile del 1903. Nel dicembre del 1910 gli fu affidato alla Scala il doppio incarico di direttore principale e artistico, con le medesime prerogative di Toscanini. Il giovane direttore fu accolto, la sera del 17 dicembre 1910, alla prima di “Sigfrido” di Wagner, con una miriade di fischi e lui, voltandosi verso il pubblico, disse “Se sono per me nulla da fare”: da questo momento Serafin divenne l’affermato direttore d’orchestra che il mondo ancora oggi ricorda.
Alla Scala diresse cinque stagioni consecutive, portando anche cinque prime assolute e molte altre prime italiane. Solo nella prima stagione diresse due prime esecuzioni nazionali, tra le quali “Il Cavaliere della rosa” di Strauss con i tagli autografati dallo stesso compositore, partitura conservata presso l’Archivio storico Tullio Serafin. Tra le prime assolute, da ricordare “La Fanciulla del West” di Giacomo Puccini, diretta il 12 dicembre 1912 alla presenza del compositore di Torre del Lago, che aveva assistito anche alle prove, ed il “Parsifal” di Wagner, di scena il 9 maggio 1914.
Durante i tragici anni della prima guerra mondiale, Serafin ritornò alla Scala una prima volta nel 1917, con un concerto nel quale si esibì anche sua moglie, il soprano Elena Rakowska, che aveva sposato nel 1915; con un altro concerto vocale, nell’aprile del 1918, e con la direzione di sei opere tra settembre e dicembre dello stesso anno, quattro delle quali prime assolute (tra queste “La nave” di Montemezzi, il cui spartito è conservato presso l’Archivio storico, insieme ad alcune lettere del compositore).
Altro ritorno alla Scala per Serafin nel 1940, mentre era impegnato come direttore al Teatro dell’Opera di Roma: in quell’occasione diresse “Parsifal” di Wagner e “Oberon” di Weber.
Il 1946 fu un anno particolare per il maestro di Rottanova. Ritornò alla Scala come direttore artistico, subentrando ancora una volta al suo mentore di gioventù Toscanini, ormai ottantenne, e mettendo in cantiere una formidabile stagione dopo la catastrofe della seconda guerra mondiale, che aveva portato anche alla distruzione del teatro, durante un bombardamento nell’agosto del 1943. Serafin inaugurò la prima stagione operistica del dopoguerra, il 26 dicembre 1946, con “Nabucco” di Verdi. Ma alla Scala rimase solo per questa stagione, a causa degli accesi dissensi con il commissario Ghiringhelli, probabilmente alimentati da una riforma gestionale della quale Serafin sarebbe stata la figura più idonea e capace. Un “divorzio” con il teatro, ma che non scalfì un amore rimasto indissolubile, testimoniato anche da alcune note commoventi che il maestro scrisse nelle sue partiture dopo il 1946 e che testimoniano la stima e la riconoscenza verso quel teatro che lo aveva lanciato.
Ritornò alla Scala per storiche incisioni tra il 1954 – iniziando con la registrazione di “Pagliacci” di Leoncavallo e “La forza del destino” di Verdi con artisti d’eccezione, tra i quali la sua pupilla Maria Callas – e il 1962; la sua ultima registrazione milanese fu il “Il Trovatore” di G. Verdi con Bergonzi, Stella, Cossotto, Vinco e Bastianini. Tra le registrazioni più importanti al Teatro alla Scala va ricordata la famosa “Medea” di Cherubini, registrata nel 1957, primo disco della Casa Ricordi di Milano, distribuito nel 1958.
Alla prima milanese sarà presente Andrea Castello, presidente dell’Archivio storico Tullio Serafin e dell’omonima associazione, fondata nel 2017 da Federica e Jacopo Conte, pronipoti del maestro, dallo stesso Castello e da Guido Faggion e Valentina Casarotto. Ambasciatrice delle celebrazioni è il soprano Barbara Frittoli, interprete nota nel mondo e molto apprezzata dal pubblico milanese, al quale è particolarmente legata.
Il calendario delle Celebrazioni è disponibile su www.celebrazionitullioserafin.it.