Le Celebrazioni venerdì 14 dicembre al Regio di Torino
Istituito dall’Archivio storico che porta il suo nome, il calendario di eventi coinvolge i più importanti palcoscenici che videro attivo il grande direttore d’orchestra veneto
Tullio Serafin a 50 anni dalla morte:
le Celebrazioni proseguono venerdì 14 dicembre
al Regio di Torino con “La traviata”
Anche la Fondazione Teatro Regio Torino mette il proprio sigillo nell’albo d’oro delle Celebrazioni per il 50° anniversario della scomparsa di Tullio Serafin (1878-1968), indette dall’Archivio storico che porta il nome del grande direttore d’orchestra veneto e che proprio in questi giorni è stato riconosciuto dalla Soprintendenza quale realtà “di interesse storico particolarmente importante”. Lo farà venerdì 14 dicembre alle 20, dedicando al Maestro Serafin la prima de “La traviata” di Giuseppe Verdi, con la regia di Henning Brockhaus e Donato Renzetti sul podio. Nel cast, Maria Grazia Schiavo nel ruolo di Violetta Valéry e Dmytro Popov in quello di Alfredo, di scena con Orchestra e Coro del Teatro Regio in questo allestimento firmato dall’Associazione Arena Sferisterio Macerata e dalla Fondazione Pergolesi-Spontini.
“La traviata” proposta venerdì al Regio si legherà, significativamente, a quella che il Maestro Serafin diresse con grande successo il 29 dicembre 1920, con Ester Mazzoleni e Aureliano Pertile nei ruoli principali. All’epoca quarantenne in folgorante ascesa, il direttore d’orchestra veneto era nel pieno del suo percorso artistico, che lo vide essere per oltre cinquant’anni “il più fedele messaggero dell’opera nel mondo”, come si legge nell’introduzione al volume “Tullio Serafin. Il patriarca del melodramma”, scritto da Teodoro Celli e Giuseppe Pugliese e pubblicato a Venezia, nel 1985, da Corbo e Fiore Editori.
Particolarmente intensa l’attività di Serafin al Regio, come sottolinea Giorgio Rampone in un testo di approfondimento a cura del teatro torinese, “legato al Maestro veneto da un lungo e ricco rapporto artistico, che per l’occasione è stato ricostruito, includendo tutte le sue presenze nella città di Torino. Una storia che prende le mosse fin dall’inizio del Novecento e che vede muoversi in modo strettamente intrecciato la figura di Serafin e quella di Arturo Toscanini”. È anzi emerso che, con oltre 500 tra rappresentazioni ed esecuzioni concertistiche, Serafin ebbe con Torino un rapporto addirittura superiore a quello di Toscanini, impreziosito anche da numerose prime, assolute o torinesi.
Nella sua prima esibizione al Regio, il 14 dicembre 1900, Tullio Serafin è alla viola, ma la direzione d’orchestra era già il suo obiettivo. A Torino sale per la prima volta sul podio il 17 ottobre 1903, al Teatro Vittorio Emanuele (in sostituzione del Regio, sottoposto ad un radicale restauro) per “Germania” di Franchetti, seguita da “Hänsel e Gretel” di Humperdinck, “Ernani” di Verdi, “Un curioso accidente“ di Coronaro, “Iris” di Mascagni. Nel 1904 ancora una stagione di successi con “Risurrezione” di Alfano, “Giovanni Gallurese” di Montemezzi, “Adriana Lecouvreur” di Cilea, “Il trovatore” e “Un ballo in maschera” di Verdi e “La bohème” di Puccini. A lavori conclusi, il Regio torna ad aprire le proprie porte nel 1905, e “tocca a Serafin – scrive ancora Rampone – il compito di reggere le sorti musicali del Teatro, compito assolto autorevolmente fino al marzo del 1910”. Numerosi i gioielli di quel periodo di grande attività, con Wagner tra i protagonisti, ma anche Verdi, Catalani, Puccini, Mascagni e altri ancora, oltre a due prime italiane – l’“Ariana” di Massenet e “Un racconto d’inverno” di Goldmark – e al “Boris Godunov” di Musorgskij in prima cittadina. Un decina d’anni dopo, il ritorno, con due stagioni (1920-21 e 1921-22) all’insegna del melodramma italiano, della riscoperta delle opere di Rossini e con la riproposta al Regio, ad oltre quarant’anni dall’ultima rappresentazione, del “Don Giovanni” di Mozart.
Trascorrono altri anni, tra successi e impegni internazionali, in particolare al Metropolitan di New York. Ma Torino rimane una meta amata da Serafin, che vi torna dal 1933 al 1936, poi nel 1939 e nel 1940 e ancora nel 1948 (tra l’altro con un’“Aida” nella quale Maria Callas, venticinquenne, debutta come protagonista) e dal 1959 al 1961, quando per la sua ultima esibizione torinese dirigerà proprio il “Boris Godunov”.
Insignite della Medaglia del Presidente della Repubblica, le Celebrazioni per il 50° della morte di Tullio Serafin sono organizzate dall’omonima associazione, con sede a Vicenza, fondata nel 2017 da Federica e Jacopo Conte, pronipoti del Maestro, da Andrea Castello, che ne è il presidente, e da Guido Faggion e Valentina Casarotto.
Il calendario degli appuntamenti è disponibile su www.celebrazionitullioserafin.it.