Al Teatro Sociale di Rovigo si chiudono le Celebrazioni ufficiali del Maestro Tullio Serafin

Dedicato al grande direttore d’orchestra veneto “L’elisir d’amore” di Donizetti, di scena da venerdì 8 a domenica 10 febbraio

Con “L’elisir d’amore” al Teatro Sociale di Rovigo si chiudono le Celebrazioni ufficiali per il 50° della morte del Maestro Tullio Serafin
Castello: «Ma il lavoro dell’Archivio storico continua»

È con un appuntamento nella sua terra veneta, e come tale particolarmente sentito, che si chiude il cartellone delle Celebrazioni ufficiali per il 50° anniversario della morte del grande direttore d’orchestra Tullio Serafin (Rottanova di Cavarzere, 1878 – Roma, 1968), indette dall’Archivio storico che porta il suo nome, insignito della Medaglia del Presidente della Repubblica e fondato da Federica e Jacopo Conte, pronipoti del Maestro, da Andrea Castello, che ne è il presidente, e da Guido Faggion e Valentina Casarotto. Al direttore, che fu anche fine scopritore di talenti come Maria Callas, sarà infatti dedicato l’allestimento dell’opera “L’elisir d’amore” di Gaetano Donizetti, in scena da venerdì 8 a domenica 10 febbraio al Teatro Sociale di Rovigo, con la direzione di Marco Severi e la regia di Ludek Golat.
Al Sociale rodigino, che in questa stagione di spettacolo celebra il proprio bicentenario, il Maestro Serafin diresse tre produzioni: nel 1910 “Mefistofele” di Arrigo Boito; nel 1912 “La fanciulla del West” di Giacomo Puccini e “Il segreto di Susanna” di Ermanno Wolf Ferrari.
Quanto a “L’elisir d’amore”, quest’opera ebbe un ruolo speciale nella carriera artistica del Maestro Serafin: segnò infatti il suo debutto come direttore d’orchestra a Milano, alla Sala Follia – non ancora ventenne, nel 1898 – con lo pseudonimo di Alfio Sulterni; e fu poi la prima opera che egli diresse con il proprio nome, dall’8 al 15 maggio 1902, al Teatro Reinach di Parma.
Con l’appuntamento al Teatro Sociale di Rovigo si chiude dunque il cartellone delle Celebrazioni, avviate nel febbraio 2018 dall’Archivio storico, che ha sede a Vicenza, con il coinvolgimento di numerosi tra i più grandi teatri e le più importanti Istituzioni musicali italiane e internazionali: «Ma si tratta di una conclusione solo virtuale – commenta Andrea Castello, presidente dell’Archivio – perché la nostra azione di conservazione e diffusione dell’eredità musicale del Maestro Serafin continua a pieni giri. Lo scorso novembre abbiamo tra l’altro ottenuto il riconoscimento come realtà “di interesse storico particolarmente importante” dalla Soprintendenza Archivistica e Bibliografica del Veneto e del Trentino – Alto Adige e altri risultati sono attesi in questi giorni».