Franco Zeffirelli e Tullio Serafin, un commosso ricordo
Non intendo tracciare una storia del grande artista Franco Zeffirelli, anche perché, oltre ad essere immensa e conosciuta ai più, non ne avrei le competenze.
In questo breve scritto, desidero solo scrivere alcuni ricordi che tracciano il rapporto fra Tullio Serafin e Zeffirelli: alcuni riportati, altri vissuti personalmente.
Il primo ricordo risale al 2007 quando conobbi Zeffirelli nei camerini del Teatro dell’Opera di Roma. Era il 20 aprile, al termine della prima recita di Traviata. Con timidezza entrai nel corridoio dei camerini, grazie all’amico Vittorio Grigolo, attesi fuori dalla porta del suo camerino e, ad un certo punto, Zeffirelli mi disse, guardandomi e puntando il dito: “Lei chi è?”.
Risposi un po’ intimorito: “Sono Andrea Castello”. E lui subito “Cosa desidera?”. Con la stessa timidezza risposi: “Vengo a conoscerla per parlarle del Maestro Tullio Serafin”. A questo punto qualche secondo di silenzio e poi: ”Cos’ha detto? Serafin? Il direttore?”. Risposi di sì. Vidi i suoi occhi riempirsi di lacrime di gioia o forse di riconoscenza e mi disse “Si sieda qui, mi dica, mi racconti”.
Fu così che gli proposi il Concorso Tullio Serafin, che a quel tempo volevo organizzare con il Circolo a lui dedicato, e lui subito mi disse: “Per Tullio Serafin io ci sarò sempre. Devo essergli riconoscente. Mi chiami, teniamoci aggiornati”. Anche se poi non si è potuta realizzare la sua presenza in giuria, ricorderò per sempre i suoi occhi, pieni di devozione, di riconoscenza, di disponibilità verso il Maestro Serafin: una testimonianza incancellabile, che oggi condivido con commozione, come uno dei ricordi più belli della mia vita.
Il secondo ricordo che lega Serafin e Zeffirelli mi è stato riferito dal direttore d’orchestra Maurizio Arena, durante un’intervista che presto pubblicherò integralmente. Il Maestro Arena mi disse che Zeffirelli fu l’unico a ‘zittire’, pur in forma bonaria, il Maestro Serafin, che di certo non aveva un carattere troppo permissivo.
“Serafin aveva un’autorità enorme. Un episodio che per una volta, l’unica, vede Serafin zittirsi, riguarda il Falstaff al Teatro Massimo di Palermo nel 1960. La regia naturalmente era di Zeffirelli. Io facevo il Maestro sostituto al pianoforte di Serafin. Il Maestro Serafin aspettava la quercia di Herne, che ancora non era presente nell’allestimento; Serafin ripeteva con il suo vocione: “La quercia, Zeffirelli, la quercia, la quercia…” e Zeffirelli: “Maestro non è pronta, c’è un ultimo piccolo dettaglio da aggiungere, ci sarà stasera in assieme”. La sera la quercia non arrivò e Serafin tornò a chiederla nuovamente sentendosi dire da Zeffirelli che l’indomani sicuramente ci sarebbe stata. L’indomani Serafin: “La quercia, non vado avanti, voglio la quercia”. A questo punto venne alla ribalta Zeffirelli e disse: “Maestro in questo Falstaff c’è una sola quercia: lei”. E fu l’unica volta in cui Serafin non ribatté. “32, avanti”.
Un altro ricordo riguardante Serafin e Zeffirelli ce lo dà Rolando Panerai, interprete di Ashton nella Lucia di Lammermoor al Teatro Massimo di Palermo nel 1960. Il Maestro Panerai, contattato telefonicamente, con voce commossa mi ha raccontato quanto segue:
“Il Maestro Zeffirelli andava molto d’accordo con Serafin, anche perché entrambi cercavano la tradizione. Pensi che Serafin, nell’aria della pazzia, non imponeva nulla ai cantanti – in questo caso la grande e interessantissima Sutherland – ma era il cantante che dava il ‘La’ e l’orchestra lo seguiva. (…) Per Serafin e Zeffirelli i cantanti erano i veri interpreti del melodramma. (…) Franco era un amico. Il mio più bel ricordo rimarrà La Bohème della Scala. Abbiamo girato il mondo e tutto ciò nasceva in primis da una collaborazione, guidata dal grande Zeffirelli. Finisce un’epoca”.
L’ultimo ricordo che mi sono sentito di chiedere è quello di un’altra grande artista: Fiorenza Cossotto, che era tra gli interpreti della Figlia del Reggimento di Donizetti al Teatro Massimo di Palermo nel 1959, sempre con la direzione di Serafin e la regia di Zeffirelli:
“Ricordo il Maestro Serafin che andò su tutte le furie, ma in modo molto scherzoso, con il suo fare da veneto, durante le prove della Figlia del Reggimento di Donizetti, che abbiamo eseguito al Teatro Massimo di Palermo. Il Maestro Zeffirelli in scena mi faceva sempre svenire (per finta ovviamente): dovevo essere un personaggio un po’ ‘snob’ e quindi spesso ero a terra. Il Maestro Serafin interruppe la prova e in veneto con il suo vocione disse: “La zè sempre par tera, ea svien sempre, cambia scena” (È sempre per terra, sviene sempre, cambia scena). Il Maestro Zeffirelli cambiò un po’ la scena, ma il tutto era coronato da una giusta armonia e tante risate. (…) Il Maestro Zeffirelli era molto serio: lavorava e nel cast eravamo tutti amici, ci davamo del tu, c’era piena collaborazione e un buon clima”.
Tra le produzioni che videro Zeffirelli e Serafin lavorare insieme ricordiamo, oltre a Falstaff, Figlia del reggimento e Lucia di Lammermoor, anche le seguenti:
- Linda di Chamounix di Donizetti con: Rosanna Carteri (Linda), Anna Maria Rota (Pierotto), Clara Batner (Maddalena), Giuseppe Taddei (Antonio), Giuseppe Modesti (Il Prefetto), Enrico Campi (Il Marchese). Quattro recite, la prima il 18 febbraio 1957.
- Vivi di Mannino al Teatro San Carlo di Napoli, opera in PRIMA ESECUZIONE ASSOLUTA, con: Rosanna Carteri, J. Oncina, G. Fioravanti. Due recite, la prima il 28 marzo 1957.
- Norma di Bellini al Teatro Massimo di Palermo con: Anita Cerquetti (Norma), Franco Corelli (Pollione), Giuseppe Modesti (Oroveso), Giulietta Simionato (Adalgisa), Loretta Di Lelio (Clotilde). Quattro recite, la prima il 21 febbraio 1958. Oltre alla regia, Zeffirelli firmò costumi e scene.
- Lucia di Lammermoor di Donizetti al Teatro Covent Garden di Londra con: Joan Sutherland (Lucia), Giovanni Gibin (Edgardo), Geraint Evans (Ashton), Michael Langton (Raimondo). Cinque recite, la prima il 17 febbraio 1959. La recita del 21 marzo è stata incisa da Hre. Alla recita era presente anche Maria Callas. Con Lucia di Lammermoor al Covent Garden venne riconosciuta la magnificenza vocale della giovane Joan Sutherland.
- La Figlia del reggimento di Donizetti al Teatro Massimo di Palermo con: Fiorenza Cossotto (La Marchesa), Renato Capecchi (Sulpizio), Luigi Alva (Tonio), Eugenia Ratti (Maria). Quattro recite, la prima il 23 aprile 1959.
- Falstaff di Verdi al Teatro Massimo di Palermo con: Marcella Pobbe (Alice Ford), Eugenia Ratti (Nannetta), Fedora Barberi (Quicly), Fernanda Cadoni (Page), Nicola Monti (Fanton), Giuseppe Taddei (Falstaff), Renato Cesari (Ford), Enrico Campi (Pistola). Tre recite, la prima il 22 marzo 1960.
- Lucia di Lammermoor di Donizetti al Teatro Massimo di Palermo con: Joan Sutherland (Lucia), Gianni Raimondi (Edgardo), Rolando Panerai (Ashton), Silvio Maionica ( Raimondo), Franco Ricciardi (Arturo). Quattro recite, la prima l’11 marzo 1960.
- I Puritani di Bellini al Teatro Massimo di Palermo con: Joan Sutherland (Elvira), Gianni Raimondi (Arturo), Mario Zanasi (Riccardo), Ferruccio Mazzoli (Giorgio). Tre recite, la prima il 12 gennaio 1961, registrata da Melodram.
di Andrea Castello
Presidente Archivio storico Tullio Serafin
Fonti: I grandi Maestri alla Scala Tullio Serafin Tullio Serafin il custode del bel canto Archivio storico del Teatro Massimo di Palermo Testimonianze di: Fiorenza Cossotto, Maurizio Arena e Rolando Panerai.